I locali dicono che gli europei vadano matti per questo frutto ma io l'ho trovato troppo dolce per i miei gusti, mentre a Stefano invece è piaciuto.
Un mangusteen è grande circa quanto una pesca, la sua buccia è dura e liscia e quando si cerca di aprirlo bisogna stare attenti perché può macchiare (infatti viene usata come colorante naturale per i tessuti). Ho visto gente aprirli con le mani mentre noi abbiamo dovuto usare il coltello per incidere la buccia che è bella spessa. Bisogna fare attenzione a non tagliare in due il frutto ma solo incidere la buccia e togliere solo una parte.All'interno il frutto è composto da 5/6 spicchi bianchi, con una polpa morbida e succosa, a primo impatto filamentosa, ma nulla di simile ai mandarini. Anche qui possono esserci i semi ed è meglio non morsicarli o mangiarli dato che sono amari.
Una curiosità su questo frutto: i mangusteen sono conosciuti per essere l'antidoto al durian; grazie alla sua dolcezza, se mangiato dopo riesce a togliere il sapore forte del durian. Noi l'abbiamo scoperto solo dopo ma meglio così, due esperimenti in una volta sola possono essere troppi!
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