mercoledì 11 aprile 2012

Tanta paura

Oggi ho perso cinque anni della mia vita. Come al solito apro la pagina di repubblica.it e grande come una casa leggo il titolo del primo articolo: "forte terremoto al largo dell'isola di Sumatra". Nei sottotitoli leggo che la scossa è stata avvertita a Singapore, Thailandia e anche sulle coste dell'India. Mancava poco e mi veniva un colpo. Prendo subito in mano il telefono per chiamare Stefano ma con poco più di due euro sulla scheda non mi fa neanche partire la chiamata; scrivo in chat pensando che a quell'ora sarebbe già dovuto essere a casa e non ricevo risposta. Due minuti che sono durati un'eternità, fino a quando mi arriva un sms in risposta al mio molto sconclusionato in cui leggo che la scossa di terremoto Stefano non l'ha sentita e non ne sapeva niente di tutto il resto. Finalmente mi tranquillizzo un po' ma l'ansia rimane lo stesso.

A questo punto incomincio a cercare informazioni sul terremoto del 2004 e del suo effetto a Singapore. Risultato: grazie all'orientamento della falda sotterranea, le onde provocate dal terremoto avevano una direzione nord-est e nord-ovest, di conseguenza le onde non si sono incanalate nello stretto tra Malesia e Singapore, lasciando l'isola al riparo.
Ricordo quando eravamo in sala a guardare la nostra cartina geografica del sud-est asiatico e facevamo discorsi su quanto sia pericolosa questa zona, tra tsunami, terremoti (ne abbiamo scampato uno per un giorno a Bali), monsoni e tutte le altre catastrofi naturali come tifoni e alluvioni che sono passate nei Paesi limitrofi. Al momento ci sembrava tranquillo o almeno mi sembrava fino ad oggi. Penso che rimarrò con il terrore che possa succedere qualcosa fino a quando faremo distanti l'uno dall'altra.

Al tg fanno rivedere le immagini di quello che è successo otto anni fa e mi vengono i brividi, non solo perchè ora mi sento coinvolta, ma perchè ho visto le condizioni di quelle zone e so cosa potrebbe succedere. Ho ancora impresse le immagini dei cartelloni sulle spiagge di Bali con i piani di evacuazione in caso di allerta tsunami, delle vie di fuga contrassegnate vicino agli hotel sulle spiagge, le campanelle in legno perché non sempre c'è la corrente elettrica.

Sono sollevata dal sapere che le persone che conosco a Singapore stanno bene e che loro non si sono accorti di nulla, ma cerco di rimanere aggiornata per quanto posso.

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